Riduzione delle lunghe liste d’attesa: la sanità integrativa è la soluzione?
L’abbiamo chiesto al presidente di Health Italia Roberto Anzanello.
Non é una novità che in Italia per usufruire delle prestazioni sanitarie erogate dal Servizio Sanitario Nazionale bisogna rassegnarsi ad un’attesa più lunga di quella prevista dalla legge. Per ovviare a questo problema ed ottenere una visita in tempi ragionevoli una soluzione c’é: aprire il proprio portafogli e rivolgersi al privato come hanno fatto lo scorso anno, secondo il IX rapporto Censis-Rbm, 19,6 milioni di italiani. Per legge il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire una prestazione entro le 72 ore se é urgente, entro 10 giorni se c’è il codice «breve», entro 30 giorni per una visita e 60 per un esame se è differibile, e ancora entro 180 se è programmata (dal 2020 entro 120). È il medico che al momento della prescrizione indica il codice di priorità sulla ricetta. Se la lista d’attesa é lunga, il Decreto legislativo n.124 del 29 aprile del 1998 prevede: «Qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine (…), l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico del sistema sanitario la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti». In sostanza, l’utente puo’ rivolgersi alla libera professione dentro l’ospedale pubblico pagando solo il ticket. Ma non è così semplice come sembra perché pare che la questione sia strettamente collegata all’attività privata dei medici (fonte: Corriere della Sera). Senza entrare nel merito, come invece si legge in un articolo apparso recentemente sul Corriere della Sera analizziamo la situazione sotto un altro punto di vista spostando l’attenzione nei confronti della Sanità Integrativa.
In uno scenario come questo che vede al centro del dibattito l’annoso problema, ormai da tempo denunciato, della riduzione delle lunghe liste d’attesa, tra le soluzioni, oltre a quella proposta dal Ministro Giulia Grillo che chiede alle Regioni di allungare gli orari di lavoro dei medici negli ospedali pubblici e chiudere la libera professione, potrebbe essere invece preso in seria considerazione il rilancio del ruolo del secondo pilastro? “Sicuramente il sistema sanitario pubblico – risponde il Presidente di Health Italia Roberto Anzanello – dovrà sempre di più canalizzare le risorse a disposizione verso la fascia più debole della popolazione (anziani, bambini, malati cronici, redditi insufficienti) e, ovviamente, la risposta per i cittadini che non rientrano in questo contesto sarà quella di avere a disposizione un modello di Sanità integrativa sempre più connaturato con il sistema pubblico e con obbiettivi sociali sempre più marcati”.
Health Italia S.p.A, PMI innovativa quotata sul mercato AIM Italia dal febbraio del 2017, é tra le più grandi realtà indipendenti della Sanità Integrativa, che opera nella gestione del processo del benessere delle persone. Il Gruppo Health Italia ha iniziato un percorso di crescita grazie alla messa a punto di un innovativo modello di business in grado di rispondere alle esigenze della popolazione attraverso 3 pilastri fondamentali: sanità e servizi, prestazioni sanitarie e nutraceutica e cosmeceutica.
“Abbiamo costruito un sistema solido e innovativo – ha spiegato Anzanello – che é focalizzato sulla protezione sanitaria ed anche sull’erogazione di prestazioni sanitarie con strumenti di medicina a distanza e nel quale vengono venduti anche i prodotti naturali nutraceutici e cosmeceutici di propria produzione”.
E proprio il mese scorso é stata lanciata in contemporanea sulle provincie di Monza e Brianza, Bologna e Roma, la nuova generazione di Health Point e il primo Center in Franchising ad Arezzo, in Toscana che si aggiungono a quelli già aperti a Milano, Roma e Formello. Si chiamano “Shop Center della Salute” e rappresentano un importante e innovativo modello capace di racchiudere un considerevole insieme di prodotti e servizi che sono il frutto di accurati studi e ricerche scientifiche condotte in questi anni. L’obiettivo è quello di creare sinergie all’interno di tutte le aziende del Gruppo, attraverso la creazione di un sistema sostenibile e coerente con gli obiettivi economici espressi nel Piano Industriale che prevede una crescita dei ricavi fino a 60 Milioni di euro per il 2020. Il presupposto strategico del progetto si fonda sulla consapevolezza che il mercato dell’assistenza sanitaria debba operare con modelli tecnologicamente avanzati e servizi integrati che garantiscano ampia fruibilità ai cittadini in coerenza con la mission del gruppo.
“Secondo le linee guida del piano industriale relativo al triennio 2018-2020 – conclude il Presidente di Health Italia – si prevede l’apertura di almeno 20 Health Point entro la fine dello stesso triennio ed i primi risultati sono molto incoraggianti. Sicuramente il raggiungimento dei risultati previsti in termini di ricavi e redditività dovrà passare attraverso la modifica di un modello culturale nel quale l’approccio alla cura rappresenta spesso un percorso ad ostacoli per il cittadino, per evolvere verso un sistema dove accessibilità e prossimità sono gli asset principali e nel quale i percorsi di prevenzione sanitaria saranno connaturati con il sistema stesso. Siamo però certi che il diritto alla salute di ogni cittadino con questo cambiamento potrà essere garantito sia nei suoi risvolti sociali che in quelli economici nonché in quelli prestazionali”.
NICOLETTA MELE 10 LUGLIO 2019